Licabetto: il belvedere di Atene

Di Eleonora Boggio
“Sembra di essere a Roma, con tutti questi colli.”
Papà ha il fiatone mentre percorriamo una gradinata infinita nel quartiere residenziale di Kolonaki: edera di cemento e vetri ancorata alla collina del Licabetto. Mi metto in testa alla carovana anche se la via che porta alla Teleferica sembra lunga e distante. La riflessione fatta avvolti dal profumo dei narcisi un suo senso ce l’ha. Era Atena che gradiva così. Pertanto secondo il mito, la patrona della città aveva chiesto che il suo tempio  si trovasse più vicino al cielo. Così la dea, si recò sul monte Penteli e da lì prese un’enorme roccia allo scopo di sistemarla sopra l’Acropoli. Mentre trasportava la roccia, in preda all’ira e alla fretta la dea si lasciò sfuggire la roccia che cadde nel centro della città.

Da allora il colle, alto 278 metri, si trova ad Atene. Ogni volta che gli ateniesi vi salgono, sono grati alla dea protettrice della città, perché il colle del Licabetto è veramente un posto incantevole. A renderlo speciale non è solo la vista di cui si può godere, ma anche gli abeti, i cipressi, le piccole panchine lignee e gli stretti sentieri. In tempi remoti era coperto di vegetazione e sulla sua cima si trovava un tempio dedicato a Zeus. Oggi una chiesetta bianca, di ispirazione bizantina saluta il tramonto con i viaggiatori che lo attendono ogni sera al capolinea della teleferica. Papà si è seduto su una panchina e aspetta di salutare il congedo del sole che si srotolerà nella notte di velluto del Mare Nostrum.


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