Bangkok: in bianco e nero

Di Rita Esse

L’Oriente non finisce mai di stupire e sedurre.
Era ancora vivo il ricordo del caleidoscopio di luci e colori del Capodanno Cinese a Singapore e Kuala Lumpur e troviamo a Bangkok una capitale in bianco e nero, imprevista e magnetica come le immagini dei grandi fotoreporter del passato.
Tutta la Tailandia piange la morte del suo Re. Mi accorgo di aver usato la parola morte che non abbiamo mai letto in nessun tipo di commemorazione del sovrano defunto. Il termine usato è sempre “passing away” ed è indubbiamente una sfumatura emblematica della fede buddista.
Fin dall’interno dell’ aeroporto e lungo tutto il percorso che porta in città enormi gigantografie illuminate ritraggono il Re in momenti diversi del suo regno e colpisce la presenza di molti edifici rivestiti da festoni in tessuto bianco e nero. Avvicinandosi al centro città questi festoni sono praticamente ovunque, interrotti da numerose “edicole” dove l’immagine del Re annega in un mare di orchidee e lilium bianchi il cui profumo intenso ci accompagnerà durante il nostro soggiorno. Un invito, cortese ma fermo al tempo stesso, viene rivolto ai turisti affinché evitino di indossare abiti dai colori sgargianti. Il fatto che i tailandesi, bambini compresi, vestano a lutto induce rapidamente ad uniformarsi.
Dedichiamo le prime ore del nostro soggiorno a studiare le diverse possibilità per muoversi in questa immensa città dal traffico caotico (per usare un gentile eufemismo). Dalla finestra della nostra camera al 26° piano dell’Hilton Millenium osserviamo il traffico fluviale con i diversi mezzi di trasporto di persone e di merci.
Il concierge ci consiglia di utilizzare la loro navetta gratuita che attraversa il fiume e conduce ad una stazione in cui si può scegliere sia il treno sopraelevato (skytrain) sia i barconi pubblici con bandiera arancione (river bus), evitando così per quanto possibile di muoversi su strada. Scopriamo con piacere che i costi dei mezzi pubblici sono per noi incredibilmente bassi.
FOLCLORE
Il giorno successivo è domenica e ci dicono che un “must” non solo per i turisti è un giro al mercato del fine settimana di Chatuchak, considerato il più grande del sud-est asiatico.
Incrociamo le dita, attraversiamo il fiume con la navetta dell’hotel e saliamo sullo skytrain. A quanto pare, i turisti a Bangkok girano in gruppi e le persone a cui chiedi un’informazione ti rispondono con un sorriso, con il loro saluto a mani giunte e ti fanno capire che non parlano inglese. Riusciamo comunque a imbroccare la stazione giusta per spostarci su un’altra linea che ci porta a Chatuchak.
Ad ogni latitudine il mercato è uno spaccato di vita fedele e pittoresco e permette di calarsi veramente nello spirito locale. Ci sentiamo immediatamente travolti da una girandola di suoni, odori, richiami e partiamo ad esplorare quanto più possibile.
Il mercato è diviso per zone e ci rendiamo conto che un’intera giornata non sarebbe sufficiente per vedere tutto. Ci troviamo nei pressi del settore riservato al cibo e ci inoltriamo incuriositi tra bancarelle di frutta dai colori sgargianti, di verdure sconosciute e di pentoloni fumanti. Sarà per colpa dell’abbondante prima colazione ma rifiutiamo le varie zuppe che ci propongono di acquistare.
Scopriamo anche che coleotteri ed insetti vari, soprattutto i grilli, sono considerati uno dei cibi più pregiati e costosi ma devo ammettere che non ci sentiamo minimamente tentati anche se questo nostro atteggiamento non è da veri viaggiatori, ma in fondo siamo solidali con i grilli…
Il settore dei fiori è sicuramente più nelle nostre corde e offre una parentesi rilassante e profumata.
Ma il settore dedicato agli animali sarà sicuramente il ricordo più bello della nostra domenica al mercato. Pesci comuni e rari, galli e galline di ogni misura e razza, alcuni serpenti e tanti teneri cuccioli : cagnolini e gattini a cui abbiamo dedicato quasi due ore e tante fotografie.
Ritroviamo anche qui, nel settore abbigliamento, una miriade di capi in bianco e nero e , ovunque,tante immagini del Re e la crescente sensazione che si tratti di un lutto sincero.
Al termine del nostro vagabondare nel mercato, all’uscita, un accogliente parco offre la possibilità di un necessario riposo.

Continua…

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