Boston: once upon a time

Di Eleonora Boggio

Visitare una città superato il lustro di tempo fa riaffiorare ricordi che si credevano archiviati. A suggello dell’espressione secondo cui “ne deve passare di acqua sotto i ponti” per descrivere l’aleatorietà del tempo. Lentissimo da studenti, racchiuso in pomeriggi di noia e studio. Poi il tempo comincia a correre e, senza accorgertene ti trovi più che trentenne, con un lavoro avviato e un’opzione per la vita. Eppure, basta un luogo per farti ritornare a quell’estate da universitaria a stelle e strisce e all’ebbrezza di essere titolare di una carta di credito che riportava il tuo nome.
Ci sono luoghi che valgono più di mille madeleines. Boston appartiene al memoriale personale.

Serafica regina oltreoceano

Questa volta, ci sono arrivata con un viaggio attraverso i morbidi scenari del Massachusetts Abbandonata la verticalità della metropoli newyorkese il viaggio, a bordo del confortevole treno Acela della Amtrack si è svolto in poco meno di tre ore. Intorno sfilava la campagna statunitense. Gli skycraper sfumavano, lasciando il posto a un panorama brullo di case in legno e barconi su fiumi. Fino quando, si è presentata lei. Una signora snob, vivace e cosmopolita, ricca senza eccedere nello sfarzo. La città dai bovindo e dai mattoni rossi, borghese e morbida. Essenziale ma curata.
La stessa impressione di allora. Scesa alla stazione di Back Bay, ho pensato per un attimo di trovarmi in Inghilterra. Non fosse l’insistente odore dei pretzel bruciati, la cadenza yankee dei poliziotti e l’assenza della Union Jack a sventolare dalle finestre, non ci si stupirebbe a vedere carrozze parate a festa che attraversano le vie eleganti del centro. Perchè Boston è la porta degli stati uniti, in bilico tra il nuovo e il vecchio continente.

Il fiore di Maggio

Ed è proprio questa sintesi tra vecchio e nuovo mondo a parlare per lei. A suon di rintocchi, come la campana di Filadelfia divenne teatro di pagine importanti. Sulla costa del Massachusetts davanti alla penisola di Cape Cod sbarcarono nel 1620 un migliaio di puritani inglesi giunti con il veliero “Mayflower”, precursori dell’esercito di europei che avrebbe a breve colonizzato l’immenso territorio nordamericano tra l’Atlantico e il Pacifico. I nuovi arrivati erano di ferrei principi religiosi, ma in buona parte anche di elevato livello culturale.
Di qui alla creazione dell’acronimo wasp il passo fu breve: i white, anglo-saxon, protestant – ovvero bianchi, anglofoni e protestanti, erano iscritti al primo liceo americano che aveva sede a Boston. Grande spazio fu dato alla cultura e alla preparazione degli studenti. Risale alla stessa epoca anche il nucleo originario della Harvard University nel distretto di Cambridge, che insieme al leggendario MIT (Massachusetts Institute of Technology) ha sfornato generazioni di scienziati, intellettuali e tecnocrati. Una tappa obbligata per i rampolli delle famiglie più in vista. Dai blasonati Kennedy al principe di Facebook.

Il miglio rosso

Se la password, almeno da Bill Gates in poi, è stata quella del futuro patrocinato dall’high-tech, Boston vanta una percorso storico molto interessante. Contrassegnato da un percorso di mattoni rossi che unisce, come il filo di una collana, i principali monumenti di questa città. A cominciare dal Boston Common, lo splendido parco nel cuore di Downtown dove gli abitanti amano trascorrere il tempo a loro disposizione. Uno dopo l’altro, il “Cammino della libertà” tocca i baluardi della storia cittadina: la Massachusetts State House, sede del governo statale davanti al quale nel tempo hanno dimostrato quaccheri, suffragette e pacifisti, la Park Street Church e l’Old State House, dal cui balcone venne proclamata l’indipendenza nel luglio del 1776.
Il Freedom Trail raggiunge anche uno dei quartieri etnici che sono il simbolo dello spirito tollerante e progressista di Boston. North End, attorno a Hanover Street e Salem Street, è la roccaforte degli immigrati italiani. Identificativi della zona la Paul Revere House, una casa in legno del 1680 che sembra uscita dal Medioevo, l’Old North Church, la chiesa più antica della città datata 1723, e il panoramico cimitero Copp’s Hill Burial Ground. Da qui la vista spazia su Charlestown, sulla sponda opposta del Charles River, dove si trovano le ultime due tappe del Freedom Trail: la Navy Yard con il veliero USS Constitution, la più antica nave da guerra degli Stati Uniti varata nel 1797, e il monumento alla battaglia di Bunker Hill, ennesimo simbolo dei travagliati rapporti con l’amata-odiata patria britannica.
Due miglia e mezzo per ricostruire la storia di una città che ha segnato l’indipendenza statunitense. E oltre al passato?

Over the top

Sventola il futuro, studiato e progettato nei laboratori di Cambridge dalle teste d’uovo del M.I.T. Promotori di feste proverbiali, che fanno capolino ancora una volta dai cassetti della memoria. Una comunità chiusa dove è un piacere potere affacciarsi. Ci si può sporgere, questa volta non in senso metaforico, dal cinquantesimo piano del Prudential Center dove si abbraccia una veduta della città mozzafiato. Dal porto dove campeggia l’Aquario al parco, fino a raggiungere le vie residenziali tra Newbury Street, via dello shopping per eccellenza. Poco distante Back Bay, con la collezione più ampia dell’architettura vittoriana le cui case dalle pareti di pietra scura rappresentano un’icona di Boston. Verso sud una scritta welcome Chinatown avvisa il visitatore del passaggio di una dogana virtuale. Il quartiere, in origine degradato, è stato interamente ripristinato come luogo di ritrovo di artisti. Qui, hanno sede i principali teatri della città. Se capitate a Boston sotto le feste di Natale, lasciatevi travolgere dalle melodie dello “Schiaccianoci”. Il Boston Ballet vi porterà nella fiaba di
Cajkovskij tra orsi e soldatini di piombo. Dedicato a tutti quei grandi che sono bambini ma non se lo ricordano più.
Per concludere in bellezza la giornata non resta che una cena a base di frutti di mare. Lobster (astici) del Maine, bolliti o con variazioni di salse, ma anche una zuppa di vongole e le vongole fritte. Ne preparano di ottime alla Oyster House, il più antico ristorante d’America.
Perchè Boston, nonostante il tempo si ostini a passare, mantiene alterata la sua bellezza, simile a quello di un’elegante signora mitteleuropea trasferitasi dall’altra parte dell’Oceano. Ci rivediamo tra quindici anni, allora.

Dove Dormire

Il Copley Square, recentemente rinnovato, si trova in posizione strategica a due passi dall’omonima strada e a cinque minuti dal centro commerciale Prudential Center. Le stanze, ristrutturate completamente mantengono, nonostante tutti i comfort richiesti dallo standard, un piacevolissimo sapore retrò. Ottimo il servizio al desk e personale efficiente fanno del Copley Square una base perfetta per cominciare l’esplorazione della città di Boston.
Il ristorante XHALE serve piatti e cocktail creativi in un ambiente informale. Il nightclub Saint propone DJ dal vivo e un bar che vi delizierà con vari tipi di vodka aromatizzata. A vostra disposizione anche il Minibar e la Lobby Lounge. Il Copley Square dispone di un centro fitness che organizza ogni mattina la power hour, con mappe per lo jogging, acqua in bottiglia e barrette di cereali.
Copley Square
(47, Huntington Avenue
www.copleysquarehotel.com)

Ulteriori informazioni sulla città sono reperibili al sito internet: www.massvacation.it

 

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