Viareggio: un viaggio nel liberty

La passeggiata specie dell’ora del tramonto in poi quando la via dei negozi e dei locali si accende di luci e persone, è un’esperienza da non perdere. In tempo di saldi si trovano anche ottimi affari. Camminate a testa in su per non perdervi i dettagli deco nei pressi del cinema Odeon.
La storia inizia nel 1905, quando Viareggio venne conquistata da uno stile Liberty fatto di influenze artistiche arabe e nordiche, e che si afferma pienamente a partire dal 1917, quando l’Art Nouveau si impone con linee flessuose e richiami decorativi orientaleggianti.

LA DIFFUSIONE DELLO STILE LIBERTY
Fin dal 1900, i primi grandi artisti toscani erano soliti venire in Versilia in vacanza, per godersi le sue spiagge, il fresco delle sue pinete e la brezza marina. Era il luogo ideale dove rigenerarsi e trovare la giusta ispirazione per nuovi capolavori. Esistono, infatti, diverse opere architettoniche, ricche di guglie, cupole e piccole torri, decorate con soggetti floreali tipici del periodo.

Con l’arrivo dei signori e della borghesia, in fuga dai caldi centri di Firenze, Lucca e Siena, a Viareggio presero vita i primi stabilimenti balneari nel tipico stile Liberty, e tutto questo piacere mondano contribuì ad incrementare il valore di artisti, che si servivano della forza degli artigiani locali per completare le loro opere d’arte.

Il Grand Caffè Margherita, lo stabilimento balneare Balena, il Caffè Concerto Eden e vari altri edifici sono tutti decorati con smalti, lacche e ceramiche, tipici degli anni ’20 e ’30.
Galileo Chini (pittore), che aveva vissuto a Bangkok e che fondò la società ‘Arte della Ceramica’, dette un importante contributo, aggiungendo un tocco orientale alle sale e alle mura dei già lussuosi palazzi viareggini. Oggi, questi edifici sono stati trasformati in alberghi costosi, che vengono gestiti in maniera tale da lasciare intatti molti dei loro originari dettagli artistici. Fra questi ricordiamo la casa di villeggiatura di Galileo Chini, a Lido di Camaiore, che conserva, intatti, alle pareti, gli originari quadri e gli affeschi del tempo, in una galleria museo dedicata al pittore.

L’anno 1924 segnò una nuova e decisiva fase per la connotazione urbanistica di Viareggio; in particolare, si pensò ad un progetto finalizzato ad aumentare le strutture adibite al turismo balneare in città. Il progetto consisteva nell’abbattimento di tutti gli stabilimenti balneari in legno, che dovevano essere sostituiti da strutture in muratura (l’unica casetta in legno rimasta è lo “chalet Martini”).
Questa stravagante arte iniziò ad essere soppiantata, intorno al 1928, dai gusti artistici che caratterizzarono il periodo del razionalismo e del fascismo in Italia.

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