Si viene accolti all’ingresso dall’allegoria di Narciso, reo della morte della ninfa Eco e perciò condannato ad amare la sua immagine riflessa nell’acqua. Ma è nel refettorio, dove chiudendo gli occhi il visitatore può immaginare triclini e vocianti convivi con schiavi in calzari e tuniche e alzate di frutta, che si celebra l’epifania di Bacco. Un dio giovane accompagnato dai satiri che gli danzano intorno.
Poco distante la Casa di Teseo prende il nome da un mosaico, che raffigura l’antico eroe greco mentre brandisce un randello contro il Minotauro. Ulteriori, superbi mosaici possono essere ammirati nelle altre dimore, quali la Casa di Aion, di Orfeo e la Casa delle Quattro Stagioni.
Ed è tra il mosaico del Minotauro, in cui il labirinto diventa una persona e l’epifania di bacco che abbiamo incontrato un archeologo. Un professionista della materia “scavi”, titolare di cattedra della facoltà di Archeologia intento a supervisionare i lavori di quelle che erano terme della casa di Orfeo (N.D.R. nel video identificata erroneamente dalla grafica di “casa di Teseo”). Piegati sotto un sole cocente, i giovani, volontari inglesi e universitari in Erasmus provenienti dal mondo accendevano una babele di lingue, facendo riferimento a lui.
Un Indiana Jones in carne ed ossa.
Noi ci credete? State a guardare,