Ritorno a Dubai

Di Rita Esse

Grazie a un voucher per un viaggio gratuito gentilmente offerto dalla Emirates per un “denied boarding” eccoci di nuovo a Dubai a distanza di qualche mese.
Dopo un piacevolissimo volo, viziati e coccolati dal personale di bordo (essere avanti con gli anni ha qualche vantaggio!) e dopo aver precipitosamente riposto i piumini in un borsone iniziamo ad apprezzare il clima, ormai piacevolmente caldo dopo i mesi torridi dell’estate.
Qui tutto cambia velocemente e dove prima c’erano cantieri con scavi in corso ritrovi imponenti palazzi quasi terminati.
Al Dubai Hilton Creek, ci riconoscono e ricordano ancora la nostra precedente visita : sembra di tornare da vecchi amici.
Il Creek, invece, offre lo spettacolo di sempre tra vecchi barconi pieni di merci e le piccole imbarcazioni chiamate Abra che utilizziamo per la visita d’obbligo ai suk. Anche il Creek, tuttavia, sta per cambiare radicalmente la sua natura di fiordo grazie alla recentissima apertura di un canale di quasi tre kilometri che trasforma Dubai in un’isola.
Fervono grandi lavori per l’Expo 2020 e ci dicono che per quella data una ferrovia supersonica collegherà Dubai ad Abu Dabi in dodici minuti. Al momento il collegamento più veloce (e costoso) è assicurato da un servizio di idrovolanti.
Noi preferiamo visitare la zona che da Dubai porta verso le montagne che separano gli Emirati dall’Oman. Attraversiamo Sharjah considerata la capitale culturale degli Emirati.La presenza di un’Università e di bellissime moschee , ammirate peraltro solo dall’esterno, evidenzia la natura di questa città così diversa dalla vicina Dubai.
Passiamo attraverso estese coltivazioni di mango e datteri ai bordi del deserto tra una lunga teoria di bancarelle che vendono frutta a km. zero e ci avviciniamo sempre più alle montagne. Nella direzione opposto una fila ininterrotta di grossi camion : la nostra guida ci spiega che trasportano pietre per le costruzioni che sorgono a Dubai.
Viene da chiedersi se, al ritmo con cui si sta costruendo, le montagne non resteranno che un ricordo nelle fotografie…
Rientriamo a Dubai attraverso la strada costiera e ci godiamo una piacevole sosta in riva al mare, raccogliendo conchiglie in una spiaggia tutta per noi. Il deserto al tramonto offre la sua tavolozza di colori più bella e non ci fa rimpiangere le quasi due ore passate nel traffico del rientro…
Dedichiamo anche una giornata al faraonico Dubai Mall, tempio incontrastato dello shopping con mega acquario , pista per pattinaggio sul ghiaccio e dove forse è molto più semplice elencare ciò che non c’è piuttosto che ciò che puoi trovare. Fortunatamente, in ogni ingresso, viene offerta una guida (manca la versione in italiano) senza la quale ci sarebbe veramente da perdersi.
Non riusciamo a resistere alle tentazioni europee e ci concediamo una zuppa di cipolle da Fauchon e un té da Fortnum and Mason. Inutile dire che i ristoranti e i prodotti gastronomici italiani sono i più gettonati e la cosa ci riempie di giusto orgoglio.
Dedichiamo poi un paio d’ore al settore libri, uno spazio sterminato al secondo piano dove puoi trovare veramente libri di ogni genere tradotti in moltissime lingue, da quelli per bambini fino a rare e costose edizioni artistiche del Corano. E’ stata un’esperienza molto interessante che consiglio vivamente a lettori e non in visita a Dubai.
Nel settore dedicato all’elettronica siamo riusciti a trovare il carica batteria originale per una vecchia (per modo di dire) macchina fotografica. Le ricerche in mezza Europa non avevano avuto successo.
Se la cosa può interessare, un vistoso cartello annuncia l’imminente apertura di un Billionaire anche all’interno del Dubai Mall e sempre in questi giorni la Maison Versace inaugura un faraonico Hotel sul Creek.
Il nostro stop-over volge al termine e alla partenza salutiamo e ringraziamo gli “amici” dell’Hilton Dubai Creek : Mr. Joachim manager del Front Office che ha disposto per noi un utilissimo early check-in, Aladino che ci ha dato preziosi consigli, Mohamed che ci ha subito riconosciuti mentre scaricava il nostro bagaglio e Doline per il suo sorriso di benvenuto al momento del check-in in ore ante lucane dopo un lungo volo notturno.
Vogliamo fare nostro il detto che recita : “non c’è due senza tre”…

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