Bangkok: il bianco e nero continua…

Di Rita Esse

STORIA

Optiamo per una sequenza cronologica e riteniamo opportuno iniziare da Ayutthaya, l’antica capitale del Siam dal 1350 fino al 1767 anno in cui l’esercito birmano invase la città e la depredò di gran parte dei suoi tesori. Le rovine sono ora protette dall’Unesco come patrimonio dell’umanità.
Al Tourist Center , oltre a cartine ed utili informazioni, una mostra allestita al primo piano descrive tutti i luoghi più interessanti.
Visitiamo il Palazzo d’Estate, una reggia con arredi estremamente raffinati che conferma l’amore dei Re del Siam per la cultura occidentale. Il parco, assai vasto, può essere visitato guidando delle vetturette simili a quelle dei campi di golf.
Sono i luoghi di culto, tuttavia, l’aspetto più interessante di Ayutthaya. I diversi templi riflettono il
profondo senso di fede e la loro bellezza conquista e lascia il visitatore a bocca aperta. Li rivedo nella mente pur avendo completamente dimenticato i loro difficilissimi nomi. In uno di questi è d’obbligo indossare il sarong sopra gli abiti occidentali. I fedeli che offrono fiori di loto o coprono la grande statua del Budda Reclinato con coperte di color arancione, ogni dettaglio sembra frutto di una sapiente regia per sottolineare la bellezza assoluta del luogo. Neppure gli onnipresenti striscioni del lutto riescono a smorzare il trionfo di colori e dorature. Il nostro percorso “storico” termina con la visita alle rovine più antiche : i secoli hanno cancellato i colori ma non è difficile intuire quale doveva essere la bellezza e l’importanza di Ayutthaya già nei tempi del nostro medioevo.
Concludiamo la nostra giornata con una sosta al villaggio degli elefanti e al mercato sull’acqua. Ci dicono che nei giorni seguenti dodici elefanti, tra cui quello bianco esclusivamente riservato al Re, verranno portati a Bangkok rivestiti dei loro paramenti più ricchi e si prostreranno nel cortile della reggia partecipando così al lutto dell’intera nazione.

FASCINO E FEDE

Forse ci voleva più di un’intera giornata per vivere in pieno tutto il fiabesco complesso del Gran Palazzo Reale nel cuore di Bangkok. Fin dal river bus che percorre lentamente il Chao Praya la vista è stupefacente.
Il Tempio del Buddha di Smeraldo è il cuore religioso del grande complesso. Solo al Re è consentito di toccare la piccola statua di giada sempre avvolta in sontuosi abiti che cambiano a seconda delle stagioni. Il numero di fedeli che portano doni e la loro intensa partecipazione ci fa capire l’importanza di questa statua che, nei secoli, fu oggetto di razzie e avventurosi spostamenti prima di essere definitivamente trasferita nella magnifica struttura dove ora si trova.
Molto interessanti le pitture murali che illustrano il poema epico thai sul regno di Rama I dal 1782 al 1809. All’esterno due gigantesche statue di orchi fungono da guardiani. A poca distanza la struttura adibita alla conservazione dei testi sacri buddisti è chiusa al pubblico ma il tetto a sette livelli e la ricchezza delle porte meritano una sosta.
Nei quasi 100 ettari del complesso sorgono oltre cento edifici e, tra scrosci violenti di pioggia, occorre operare una scelta. Il Gran Palazzo Reale si compone di più edifici di classica ispirazione occidentale, dal rinascimento italiano a stili inglesi e francesi e ci si ritrova all’improvviso nella nostra vecchia Europa.
Un museo, voluto dalla Regina Sirikit, ospita tutti gli abiti indossati nelle visite di stato e i tessuti attualmente prodotti in una scuola dove la sovrana ha fatto ripristinare le antiche tecniche di tessitura.
Non lontano il palazzo per le cerimonie di incoronazione dove ai primi di dicembre verrà incoronato il nuovo Re. L’ultima cerimonia era avvenuta nel 1950. Nella parte ad ovest del complesso l’edificio utilizzato per le cerimonie funebri.Per ripararci da un improvviso acquazzone ci rifugiamo in una specie di grande tendone dove un gruppo di giovani monaci , in preghiera per il sovrano defunto, ci accoglie con molta gentilezza. Ci invitano ad inginocchiarci , ad apporre le nostre firme sul registro delle condoglianze e, al momento del commiato, ci danno una foto ricordo del Re. Non piove più e ci dirigiamo verso il santuario del Buddha Reclinato che rappresenta il passaggio al Nirvana. Il tempio è il più antico di Bangkok ed è in effetti un insieme di splendidi edifici e di una folla di statue, grandi e piccole, in gran parte giunte in Thailandia come zavorra delle giunche cinesi.
Gli edifici del tempio e la popolazione di statue danno a questo luogo una dimensione onirica che rimane nella mente. Usciamo dal complesso del Gran Palazzo e notiamo lungo le mura decine e decine di bancarelle dove associazioni di volontariato preparano incessantemente cibo che viene dato gratuitamente a tutti coloro che vengono a rendere omaggio alla memoria del Re. Anche a noi viene offerto del cibo e dell’acqua minerale.
Non ci resta che andare a vedere il tramonto al Tempio dell’Aurora, sulla sponda opposta del fiume. Il nome Wat Arun deriva da Aruna, la divinità indiana dell’aurora. La sua torre è forse il simbolo di Bangkok ed è ben visibile da molti punti della città. I lavori in corso con relativi ponteggi impediscono di godere in pieno i giochi di luce che i raggi del sole al tramonto creano sui motivi di porcellana dell’imponente guglia, ma in ogni caso ciò che vediamo lascia a bocca aperta.
Non ci resta che tornare in albergo e, dall’alto del bar al 31° piano, ripercorrere attraverso i templi illuminati che si vedono in lontananza, questa intensa giornata vissuta nel fascino e nella fede dell’Oriente.
Programmiamo, per il giorno successivo, la visita al Buddha d’Oro nella Chinatown. Si tratta di una statua d’oro che dicono pesi più di cinque tonnellate. A metà del secolo scorso, durante lo spostamento di un’enorme statua di stucco questa si ruppe e, all’interno, apparve il tutto il suo splendore questa raffigurazione del Buddha che viene fatta risalire al XIII secolo. La copertura era stata una perfetta protezione durante i saccheggi del passato. Per ospitare la statua è stato costruito, nel 2009, un edificio con alte guglie in stile tailandese.

E PER FINIRE

Siamo quasi al termine del nostro soggiorno a Bangkok e, come vuole la tradizione, dedichiamo il tempo rimasto allo shopping in un mercato sul fiume, l’Asiatique. Non è facile operare una scelta che tenga conto del poco spazio a disposizione ma siamo certi che quanto porteremo a casa ci ricorderà questa esperienza così coinvolgente.
E’ normale portare a casa da ogni viaggio un bagaglio di ricordi e anche di rimpianti. Sarebbe stato bello poter comunicare con tutti gli sconosciuti a cui abbiamo chiesto informazioni e che ci hanno risposto con un sorriso, visitare il mercato all’ingrosso dei fiori, avere il tempo per una passeggiata in elefante ad Ayutthaia e tanto altro, ma abbiamo un bagaglio di ricordi stipato di momenti indimenticabili e questo ci basta.

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