Goa: paradiso indiano

Meravigliose distese incontaminate di sabbia, palme e mare blu, riscaldato dal sole, ospitalità locale, stili di vita lontani dallo stress, l’amore della gente per la musica e la danza, il tutto condito dalla sua superba cucina, rendono la destinazione una miscela inebriante a cui è difficile resistere.
Situata a circa metà strada lungo la costa ovest dell’India, Goa è un paradiso bordato da un lato dalle colline verdeggianti delle montagne Sahyadri e dall’altro dal Mar Arabico. Più di 450 anni di dominazione portoghese preceduta dalla supremazia indù hanno fatto di “Sunny Goa” un mix emozionante di culture. Imponenti chiese, fortezze arroccate su alti promontori, deliziosi palazzi antichi e ville, villaggi pittoreschi immersi nello smeraldo delle risaie sono tutti elementi che fanno parte di questo emozionante patrimonio.
Il felice miscuglio tra l’eredità indiana ed europea, soprattutto portoghese, fanno di Goa un luogo unico al mondo. I portoghesi vi giunsero come mercanti all’inizio del XVI secolo e in seguito la regione fece parte dell’impero coloniale portoghese per circa 450 anni, divenendo in questo modo uno dei più antichi e duraturi domini coloniali della storia, finché non tornò definitivamente indiana nel 1961.
Per la posizione geografica, Goa è sempre stato un luogo strategico anche per i commerci con il mondo arabo. Chissà perché, quando si parla di India, non vengono mai in mente le spiagge e il mare, che invece sono tante e per tutti i gusti. Goa è una regina indiscussa delle spiagge che, pur attirando ogni anno folle di bagnanti sia stranieri che locali, non perdono la tranquillità grazie alla vastità degli spazi e ognuno può trovare divertimento e relax.
Calangute, in uno scenario da cartolina, è considerata tra le più belle spiagge di Goa, mentre la più vicina alla capitale Panaji è Miramar, Gaspar Dias, sulla foce del fiume Mandovi. Per gli amanti della natura incontaminata e dei silenzi, Colva è un luogo da prendere in considerazione, così come Vogator e Bogmalo.
Al sud si trovano molte altre spiagge, tra le quali Velsao, Majorda Attarda, Benaulim, Fatrade e Cavelossim, ancora meno turistiche rispetto a quelle a nord e poi Palolem, ritenuta da molti la migliore spiaggia occidentale, con una vita mozzafiato sul lato ovest della catena montuosa dei Ghats ricoperta da i boschi in cui praticare trekking.
Molte le attività da poter svolgere sulle spiagge di Goa: ad Arambol, come in altre località lungo la costa, ci sono diversi centri che organizzano da novembre sino a marzo corsi di yoga sulla spiaggia, mentre la notte, se si vuole, non mancano party come quelli ad Anjuna, già famosa per il mercato del mercoledi, che richiamano persone da tutta l’India. Ma Goa è molto più di spiagge e mare: Fort Aguada e il suo vecchio faro di riferimento, ad esempio, sono importanti testimonianze dell’eredità coloniale, insieme con il Chapora Fort e la Terekhol Fort, che si trovano nell’interno nella zona di Goa nord.
A sud e vicino a Vasco da Gama c’è il Forte Mormugao, che risale al 1624 ed era l’effettivo ingresso del porto Mormugao, un bellissimo porto naturale dove attraccano navi passeggeri e commerciali che provengono da tutto il mondo.
Nella regione ci sono anche importanti templi Hindu, che richiamano devoti da tutta l’India, molti dei quali hanno una particolare architettura, frutto degli incontri tra più culture. Impossibile elencarli tutti: tra i più famosi, lo Sri Mangesh a Ponda Taluka, circa 23 km da Panaji.
Il tempio è dedicato alla divinità di Lord Shiva. Si tratta di uno dei templi che attrae più visitatori di Goa, insieme allo Shantadurga, dedicato alla dea Durga, situato su un pendio ai piedi di una catena montuosa, circondato da vegetazione lussureggiante e costituito da un tempio principale e tre più piccoli dedicati ad altre divinità.
Il tempio è costituito da una struttura piramidale con un interessante tetto a cupola. Tutti i templi di Ponda di trovano in splendidi siti collinari, tra boschi e arbusti. Nel cuore della città di Panaji, il tempio di Mahalaxmi è un santuario hindu dedicato a Sri Laxmi, la grande Dea nella veste di portatrice di abbondanza e fortuna. Il festival di Jatra Maruti che si tiene presso il Tempio di Sri Mahalakshmi durante i mesi di gennaio febbraio richiama un gran numero di devoti. Per il fatto di essere stata a lungo un’enclave portoghese, Goa ha, ancora oggi, una grande importanza per i Cristiani e una propensione al Cattolicesimo, grazie alla figura di San Francesco Saverio, sepolto nella chiesa di Bom Jesus nella vecchia Goa, circa 10 km dalla città nuova di Panaji. Bom Jesus è il nome usato per il bambino Gesù.
La chiesa gesuita è la prima Basilica Minore del Paese ed è considerata uno dei migliori esempi di architettura barocca in India. Costruita nel 1695, la Basilica contiene il corpo di San Francesco Saverio, un caro amico e seguace di S. Ignazio di Loyola con il quale ha fondato la Compagnia di Gesù.
I resti del santo ancora oggi attirano un gran numero di devoti anche non cristiani provenienti da tutto il mondo, soprattutto durante l’esposizione del suo corpo, ogni dieci anni, l’ultima nel 2004.
Si dice che il santo abbia il potere di fare guarigioni miracolose e sono molte le storie che riguardano questo fatto. Anche per questo è venerato da molti non cristiani. Questa è una delle chiese più antiche di Goa: il pavimento è in marmo, l’interno della chiesa è semplice, con dipinti tratti dalla vita di San Francesco Saverio.
Fondata nel 1541, la Chiesa di Maria Immacolata Concezione è una delle prime chiese costruite a Goa. Situata nel cuore di Panaji, è un punto di riferimento per la città. La grande campana presso la stessa chiesa è ritenuta la seconda più grande campana al mondo. L’8 dicembre di ogni anno, una folla di devoti si reca alla chiesa per partecipare alla festa della Immacolata Concezione. La convivenza tra diverse culture e religioni che si trova a Goa è lo specchio di quella tolleranza millenaria per cui l’India è famosa nel mondo.

 

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