A casa per viaggiare

Oltre un lavoratore italiano su quattro (il 27%) ammette di essersi preso nel 2012 almeno un giorno di malattia non perché fosse realmente indisposto ma per altre motivazioni. A rivelarlo è un sondaggio che ha interpellato un panel europeo di oltre 7.300 adulti (di cui 5.200 lavoratori) in sei nazioni – Italia, Spagna, Regno Unito, Irlanda, Francia e Germania.

Dal sondaggio è emerso che i lavoratori italiani si sono concessi in media 1,53 giorni di “finta malattia”, numero che sale a ben 5,52 giorni tra chi ha ammesso di essersi preso almeno un giorno di malattia senza giusta causa. A livello europeo, inoltre, i dati hanno evidenziato che il Belpaese si classifica al secondo posto tra le nazioni con più assenteisti: al primo posto troviamo gli irlandesi, che nel 29% dei casi ammettono di essersi concessi uno o più giorni di falsa malattia, mentre la medaglia di bronzo spetta agli inglesi con un buon 25%. Le nazioni più virtuose, invece, sono la Spagna (14%), la Francia (19%) e la Germania (21%).

L’Italia, inoltre, si distingue dalle altre nazioni interpellate per un dato sorprendente: a differenza della media europea, secondo la quale sono più spesso gli uomini a fare i “finti malati” rispetto alle donne (il 23% contro il 22%), nel nostro paese la situazione è inversa: ben il 20% delle donne italiane ammette di darsi malata per restare a casa, mentre solo il 18% degli uomini lo fa.

Sbrigare faccende, concedersi qualche vizio o vedere gli amici: queste le motivazioni delle giornate di finta malattia degli italiani
Gli italiani si prendono una giornata di finta malattia nel 21% dei casi per occuparsi di faccende trascurate nel weekend, tra cui le pulizie di casa, la burocrazia o le visite mediche. Le altre motivazioni frequenti sono il bisogno di concedersi un po’ di tempo per sé (11%), andando a fare shopping, dal parrucchiere, al centro benessere o al ristorante per un pranzo in tranquillità, e il desiderio di incontrarsi con familiari o amici (10%). Dal sondaggio di lastminute.com sono inoltre emerse delle interessanti differenze di genere nelle motivazioni che spingono gli italiani a prendersi giornate di finta malattia: gli uomini lo fanno più spesso per prolungare una vacanza (8% contro il 5% delle donne) o per pigrizia (7% contro il 3%), mentre le donne lo fanno più spesso per incontrare l’amante (4% dei casi contro il 2% degli uomini).
Nel confronto con gli altri paesi europei, i francesi paiono essere quelli più mondani: il 14% motiva la giornata di finta malattia con il bisogno di riprendersi da una notte di baldoria. Gli spagnoli, invece, sono la nazionalità europea che più spesso si prende una giornata di finta malattia per andare a fare un colloquio di lavoro in un’altra azienda; mentre gli irlandesi sono quelli che lo fanno più spesso per occuparsi delle faccende trascurate nel weekend (nel 25% dei casi).

“I dati emersi delineano un profilo del lavoratore nel nostro Paese ben distante dal prototipo dell’italiano pigro: i nostri connazionali, infatti, non si prendono quasi mai una giornata di finta malattia semplicemente per pigrizia, a differenza ad esempio della Francia e dell’Irlanda – spiega Francesca Benati, Amministratore Delegato di lastminute.com per l’Italia e la Spagna – Piuttosto, dai dati emerge che le motivazioni che più ci spingono a prenderci una giornata di falsa malattia sono la volontà di incontrare amici e familiari oppure il desiderio di concedersi qualche vizio”.

La mappa delle regioni italiane
Ancora una volta, l’Italia si è dimostrata una nazione molto diversificata al suo interno, registrando delle differenze rilevanti a livello regionale. Il 78% degli adulti intervistati domiciliati nel Nord-Ovest ha dichiarato di non prendersi neanche 1 giornata di “falsa malattia”, contro il 44% degli abitanti della Sardegna. Questi ultimi, nell’11% dei casi, hanno dichiarato di essersi presi addirittura 20 o più giorni di “falsa malattia” nel corso del 2012.
Le differenze regionali si fanno sentire anche nei motivi che spingono a fare la consueta telefonata “mi dispiace, sono a casa malato”: i lavoratori del Nord-Ovest sono quelli che lo fanno più spesso per sbrigare altre faccende (nel 34% dei casi). I lavoratori del Centro-Italia, invece, sono quelli che lo fanno più spesso per incontrare parenti e amici (nel 18% dei casi) e per concedersi un vizio (nel 19% dei casi). Infine, i lavoratori del Sud-Italia sono quelli che più spesso si sentono in colpa per il proprio comportamento, dichiarando di avere fatto dei piani per la giornata di finta malattia ma di essere poi restati a casa per paura di essere scoperti (nel 14% dei casi).

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