Mantova e Sabbioneta: sorelle di UNESCO

Di Paolo Roversi e Eleonora Boggio

Mantova è un gioiello rinascimentale che l’UNESCO ha deciso di tutelare sin dal 2008 insieme alla vicina Sabbioneta, annoverandole entrambe e contemporaneamente nel patrimonio mondiale dell’umanità. Due città distanti pochi chilometri, da visitare insieme. Il tutto, in un fine settimana per scoprirne le bellezze e ciò che le accomuna. Due città gioiello, rese ancora più belle dalle dinastie dei Gonzaga. 

Scopriamole: una dopo l’altra…

Mantua me genuit!

Sulla tomba di Virgilio a Napoli, figura questo epitaffio, perchè la perla della bassa diede al poeta i suoi primi natali. Patria adottiva del Mantegna, natale di Virgilio, blasonata location del Festivaletteratura, kermesse letteraria più importante d’Italia. Affacciata sui tre laghi formati dal Mincio, è rimasta la stessa da centinaia di anni, circondata dalle acque dove proliferano i fiori di loto. Icona rinascimentale che anche L’UNESCO ha deciso di tutelare sin dal 2008 affascina e accoglie ogni anno migliaia di turisti. Stiamo parlando di Mantova, la città dei Gonzaga, meta ideale per un week-end all’insegna della cultura e della gastronomia.

Il fine giustifica il mezzo!

Si può arrivare comodamente in treno o in auto, anche se il consiglio, è d’infilare scarpe comode e di godersi la città a piedi. Passeggiando magari sotto i portici di corso Umberto I, fino ad arrivare alla splendida piazza Mantegna, pochi metri quadrati incantevoli, magari per sorseggiare un caffè seduti al tavolino di un bar all’aperto, ammirando di fronte a voi la basilica di Sant’Andrea realizzata da Leon Battista Alberti e, alla vostra destra, la splendida rotonda di San Lorenzo eretta nel XI secolo.
Mantova è un’esperienza rilassante e arricchente. Da queste parti tutto assume una dimensione umana. Come se il tempo rallentasse, assumendo una velocità completamente diversa rispetto a quella della metropoli. Molti mantovani prediligono la bicicletta per muoversi ma si arriva ovunque camminando, e anzi, passeggiare è una continua scoperta. Ogni viuzza nasconde palazzi maestosi, scorci suggestivi e inaspettati come ponti che affacciano sul Rio, un canale medioevale, che taglia la città in due o la gita sul lago a bordo delle motonavi Andes. La vista della città dalle acque è maestosa e ci proietta direttamente alla metà del Quattrocento. Lo stesso paesaggio che si trovò davanti Andrea Mantegna quando arrivò a Mantova nel 1460, in cerca di un committente per la sua arte pittorica.

Mantegna: anche l’oculo vuole la sua parte

Pittore al servizio dei Gonzaga. Genio eclettico. Maestro di prospettiva. A Mantova, Mantegna diviene pittore di corte riservando dedicando le sue opere alla corte di cui era servitore e legandosi a Leon Battista Alberti di cui divenne amico e seguace. Un nostro itinerario ideale parte proprio dalla più celebre opera dell’artista padovano: la Camera Picta, dipinta tra il 1465 e il 1474, al primo piano della torre di nord-est del castello di San Giorgio, nel complesso di Palazzo Ducale. La camera è cubica ma i rimandi, i giochi cromatici, i trompe l’oeil dell’oculo adornato da putti e  le tende dorate dipinte rimandano a bombature che non esistono. L’interno è un affresco ininterrotto di straordinario fascino. Scene di vita di corte. Ludovico  II riceve una lettera, la bambina porge una mela alla madre. Il cane sotto il trono in segno di fedeltà e la nana che, fiera, regge lo sguardo verso la sala. Il soffitto, vele dorate e un omaggio con i camei alla numismatica romana, rimanda a volte a botte per slanciarsi verso il centro con l’oculo aperto verso il cielo.

Giulio Romano: genio dell’architettura 

Usciti dal palazzo Ducale  ripresi dall’emozione della camera Picta, attraversando la suggestiva piazza Sordello, entriamo nel Duomo, il cui interno a cinque navate è stato realizzato da un genio del Rinascimento, Giulio Romano, che si ispira allo stile sobrio e semplice delle basiliche paleocristiane di Roma.  L’opera più maestosa dell’architetto è senza dubbio Palazzo Te, costruito sull’allora isola del Tejeto da cui prende il nome. Ispirato a una domus romana con quattro entrate laterali, divenne lo spazio adibito all’otium, ovvero all’intrattenimento con ospiti illustri. Una villa da mecenate, aperta agli ospiti e dedicata allo svago. Un buen retiro dove fuggire per sottrarsi ai doveri istituzionali e dove festeggiare nascite, matrimoni, semine e cambi di stagione.  Qui si erigevano le vecchie scuderie che furono inglobate nella nuova costruzione. Ma sono le decorazioni delle sale interne che colpiscono per le fughe prospettiche e i giochi di luce. La sala dei Cavalli, ambiente destinato ai balli e decorato ai purosangue delle scuderia. La sala di Amore e Psiche, destinata ai banchetti, la sala dello Zodiaco, la Sala delle Aquile, fino alla Loggia di Davide. Da qui, oltrepassando la Sala degli Stucchi e la Saletta di Cesare, si giunge nella Sala dei Giganti, dagli straordinari effetti prospettici e acustici, culmine dell’ingegno dell’artista, nella quale è raffigurata la caduta dei Giganti dopo il tentativo di scalata dell’Olimpo. E Zeus, con i fulmini in mano che punisce l’ubris dei semidei.

Aggiungi un posto a tavola.

La convivialità mantovana non è leziosa. Lo dimostrano i sapori, genuini e strutturati. E per gustare alcune delle specialità locali, niente di meglio di un ristorante affacciato sulla splendida piazza delle Erbe, per bere un bicchiere di lambrusco e deliziarsi con un piatto di tortelli di zucca, a base di mostarda e amaretti, inconfondibili per l’armonia di sapore dolce-salato. I tortelli sono l’emblema della cucina come gli agnoli di carne (cappelletti), da gustare in brodo di cappone o, alla maniera contadina del bevr in vin, aggiungendo lambrusco al brodo in una tazza anziché in un piatto. Gli amanti dei risotti, poi, troveranno a Mantova la loro panacea.  Qui, grazie alla tipica produzione del riso vialone nano, è una delizia il risotto alla pilota, cioè¨ secondo l’uso degli antichi pilatori del riso, condito con pesto di carne di maiale e accompagnato dal puntèl, braciola o costina di maiale in umido. Insuperabili anche i salumi, tra questi il salame mantovano, con la sua particolarità di insaccato profumato con l’aglio, vino rosso e pepe, frutto della più lontana tradizione contadina. Non manca il lardo battuto con aglio e prezzemolo (gras pistà), servito sulla polenta fumante. In chiusura un po’ di torta sbrisolona non può mancare.

Passeggiando in bicicletta…

La perfezione architettonica del Mantegna sarebbe però incompleta senza la sua sorella d’UNESCO Sabbioneta che si trova a trentatré chilometri in auto da Mantova. Ma, se volete perdervi nelle campagne di cui si innamorò Guareschi, noleggiate una bicicletta e i quarantasette chilometri che separano le due capitali dei Gonzaga, scorreranno veloci nel traffico lento della pianura. Tre, massimo quattro ore di pedalata  nella campagna, piatta come una tavola, bruciata dal sole. Dove cani sonnolenti sbadigliano costeggiando gli argini del Po’,contadini chini raccolgono i frutti del loro lavoro e le antiche corti lombarde parlano la lingua di un tempo passato ma ancora vivo.  Una pista ciclabile promiscua (auto e bici) collega Mantova a Sabbioneta. Il percorso si snoda su strade a basso traffico, attraverso le zone umide del Parco Oglio Sud, consentendo di scoprire ambienti altrimenti inesplorati e apprezzare al meglio le caratteristiche paesaggistico culturali del territorio: Buscoldo, con la chiesa tardo barocca. Torre d’Oglio e il ponte di barche. San Matteo delle Chiaviche e la sua area golenale, linfa vitale per i campi circostanti. Commessaggio e infine San Remigio, dedicato ai pellegrini sulla strada che portava a Roma.

Partite la domenica mattina, dopo una passeggiata in centro. Mentre le campane rintoccano a festa celebrando il giorno del Signore. Un ultimo caffè sulla splendida piazza Mantegna prima di mettersi ai pedali e proseguire il viaggio verso un altro luogo patrimonio dell’umanità: Sabbioneta, la piccola Atene.

Il reportage continua con Sabbioneta…

 Maggiori informazioni su Mantova e Sabbioneta

Piazza Sordello

 

 

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