Alce nero era un indiano Sioux che aveva imparato come piante, animali e uomo appartengono allo stesso insieme e come offendere la natura significa ledere l’uomo stesso. Questo nome è diventato un marchio che unisce oggi oltre mille tra agricoltori ed apicoltori. Alce Nero, in occasione del Fuori Salone, ha presentato #pure, un’installazione che comincia con una scala da cui si abbraccia la riproduzione in miniatura delle coltivazioni di Alce Nero. Un vassoio su cui sperimentare il proprio modo di vedere il gusto, perchè in cucina come nella vita ci vuole gusto. E’ stato questo il viaggio proposto da Alce Nero attraverso i sapori dei suoi prodotti e attraverso i segreti delle coltivazioni biologiche e dei loro frutti.
Pasta di diversi formati, sughi, olio e materie prime come la farina, il miele, in un percorso multisensoriale che è stato l’antefatto al bio brunch dove, foodblogger e giornalisti hanno potuto testare direttamente l’esperienza dei prodotti. Focacce impastate con farina biologica, patè di pomodori secchi o di zucchine e, all’uscita, una gift bag per riprodurre i sapori di quel brunch. Perchè bio è meglio.