La maremma degli Etruschi

Di: Stefano Todisco

Uno dei popoli più enigmatici e affascinanti dell’antichità: gli Etruschi. Uno dei paesaggi più ameni e floridi d’Europa: il Chianti, la Val di Chiana e la Maremma. Dagli Appennini umbro e tosco-emiliano al litorale del mar Tirreno si incontra una infinita quantità di colline, ognuna con la sua storia, ognuna col suo borgo protetto da mura medievali poggianti sulle fondamenta delle mura etrusche o romane. Anche le isole, dall’Elba a quelle più piccole, come la Gorgona e Giannutri, sono i muti testimoni di storie millenarie che le accompagnano fino al presente, fino agli sguardi e agli scatti fotografici dei turisti italiani e stranieri che, ancora oggi, cercano di percepire la sublimità di un’ambientazione piena di fascino.

Le cave degli etruschi

Il nostro viaggio attraversa le vie cave, dette anche cavoni, arterie stradali interamente scavate nella roccia tufacea locale. Ci troviamo tra i paesi di Pitigliano, Sovana e Sorano, a nord ovest del lago di Bolsena. Qui l’uomo di 2500 anni fa ha plasmato la natura a proprio vantaggio, una natura rigogliosa ma spesso ostile. I rigidi climi invernali dell’Appennino si alternano alle miti e poi calde giornate estive e i sentieri tracciati da antichi pastori vengono oggi ripresi dagli escursionisti. L’Etruria non è solo campagna, infatti i borghi e le città si animano, come Siena nei giorni del celebre Palio o Tarquinia (Viterbo) durante l’evento “Divino etrusco”, la fiera che ha come protagonista il vino del centro Italia. E proprio questa città, oggi sul bancone roccioso di Corneto, vanta un glorioso passato: uscendo dal centro abitato, in direzione sud-est, è possibile imbattersi nella famosa necropoli dei Monterozzi, la città dei morti. L’UNESCO ha riconosciuto come patrimonio dell’umanità le necropoli di Tarquinia e Cerveteri, esempi splendidi e di architettura funeraria e di pittura parietale influenzata dagli scambi col mondo greco arcaico, classico ed ellenistico.

Un mondo sotterraneo

La discesa in questo mondo ipogeo, fatto di corridoi e di camere scavati nella roccia, fa comprendere facilmente al turista come gli Etruschi si immaginassero l’Ade e il passaggio ultraterreno. Un regno infero, oscuro, pericoloso, popolato da demoni e creature terrificanti come il traghettatore Caronte, la demonessa lucifera Vanth, i Demoni dalla carnagione azzurra o nera. Ogni affresco cela una storia, la vita di un personaggio aristocratico alle prese con i suoi incarichi e piaceri terreni che, una volta defunto, ha dovuto attraversare i bui sentieri sotterranei per ricongiungersi coi parenti, intenti nel banchetto dell’aldilà, nell’Isola dei Beati, oltre le Colonne d’Ercole. Risalendo in superficie si potrà capire come il mondo etrusco abbia vissuto il rapporto con la natura, un rapporto dualistico tra forze negative e forze benigne. La superstizione e il timore per l’ignoto sono ben documentate dai molti reperti, visibili nei molti musei umbri, laziali e toscani (il Guarnacci di Volterra, il civico museo di Tarquinia, l’Accademia Etrusca di Cortona), come la terrifica Chimera di Arezzo, l’enigmatica Ombra della Sera e i modelli anatomici di visceri animali usati dagli auguri, i sacerdoti interpreti dei segni divini.

Nel dubbio, vai a Gubbio!

Per chi preferisce la visita alle città d’arte è consigliato vivamente un tour dei borghi umbri (Todi, Gubbio, Assisi, Spoleto, Foligno, Spello, Orvieto), pieni di fascino artistico e di quiete, oppure un giro nei vivaci capoluoghi toscani (Firenze, Pisa, Empoli, Arezzo, Siena, Lucca) per ammirare le sponde del Lungarno o le grandi piazze, sedi dei palazzi signorili e comunali e luoghi visti dai grandi artisti del Medioevo, del Rinascimento e dell’Umanesimo come Cimabue, Giotto, Donatello, Michelangelo, Raffaello.Per chi ama la natura c’è sempre il promontorio dell’Argentario, raggiungibile da Orbetello, circondata dalla laguna e in prossimità del parco archeologico di Cosa. Una gita alternativa, intrisa di spiritualità e di misticismo,  può essere quella all’abbazia di San Galgano: una grande chiesa gotica senza tetto, immersa nel verde e dedicata al soldato e poi eremita, vissuto nel XII secolo, che ci lasciò come testimone delle sue vicende contemplative la sua spada nella roccia, unico e vero esempio che forse ispirò molte leggende successive. La Rotonda di Montesiepi, nei pressi di Chiusdino (Siena), col suo simbolismo ermetico e col suo isolamento, ogni anno attira molti turisti e curiosi e, solo una volta visto il luogo, si può capire il perché. Dopo questo giro nel regno delle vestigia etrusche e delle città d’arte è d’obbligo un po’ di relax al mare o nei tantissimi agriturismi dell’entroterra, magari affacciati su uno dei laghi (Vico, Bracciano, Bolsena, Trasimeno, Chiusi, Corbara) o posti sui clivi collinari con vista sul mar Tirreno, il mare degli Etruschi.

 

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