#Goponente: il blogtrip (primo giorno)

Di Eleonora Boggio

Metti insieme una newyorkese in ballerine per una gita in mountain bike, un’inglese che pasteggia a Coca Cola. Con un Rumeno multitasking dalla telecamera delle dimensioni di una scatola di fiammiferi simile a quelle proposte da Fleming per le peripezie del suo James Bond. E poi un’avvenente slovacca  alle prese con autoscatti. Aggiungi una delegazione italiana rappresentata da due biellesi tra cui la sottoscritta (sebbene trasmigrata da anni a Milano) e una toscana. Ad accompagnarci una torinese e una genovese, guide e mentori di questo bizzarro gruppo stampa.

Se ci fermassimo alle premesse potrebbe sembrare una barzelletta ed invece è lo splendido gruppo che ha partecipato a uno dei due blog trip promosso dalla regione Liguria in coda all’evento del Travel Blog Elevator. A differenziare le proposte dei viaggi stampa, le destinazioni e le tipologie degli stessi. Si poteva scegliere tra una tre giorni Outdoor attraverso nel ponente o un itinerario gastronomico nel levante.  Noi di naticonlavaligia, abbiamo optato per il circuito più dinamico in sella a mountain bike o attraverso i boschi di Millesimo.

Passeggiando in bicicletta

Inizia con una rilassante passeggiata in bicicletta costeggiando il lungomare il nostro viaggio attraverso ponente. Una sottile brezza stempera l’aria che, nonostante un autunno protratto, ha temperature di inizio estate. Appoggio nel cestino la mia felpa e resto con una maglietta a maniche corte. Il termometro mi dice che i gradi sono venticinque e al primo sforzo di pedalata mi accorgo che è giunta l’ora di lasciare il secondo strato che mi accompagnava da Milano.

Davanti a noi la lussureggiante riviera dei fiori si snoda con un panorama di inusitata bellezza. Siamo in Italia ma si respira il clima della vicina Costa Azzurra. I suoi cieli blu, il cromatismo dei suoi fiori. Non so da quanti anni non salga in bicicletta, ma mi faccio forte del detto che, come il primo bacio, la (dinamica della pedalata non si scorda mai). Così, dopo le prime insicurezze dovute ad una protratta assenza dalle due ruote, prendo confidenza con il mezzo. E i dodici chilometri scorrono in due ore di passeggiata.  Tra gelsomini ancora in fiore, buganvillae e la risacca del mare a frapporsi nel vento.

Olio Colto:  quando l’olio fa cultura

Mancando di allenamento, una pedalata può avere effetti devastanti. E non mi sto riferendo ai ricordi sensoriali che un sellino lascia sul posteriore ma alla fame che ne deriva.  Saliamo a Taggia dove, non distante dalla piazzetta con l’obelisco, troviamo chi placherà le nostre voglie: Olio colto, più che un ristorante una filosofia del re del condimento mediterraneo.

Il locale é composto da un cocktail bar al piano terra e dal ristorante al piano sotterraneo, quest’ultimo ha un’unica sala affacciata su cortile interno, aperto nella bella stagione.  Ci immergiamo nei sapori liguri con tre amuse-bouche.  Opto per il pesto ai pomodori secchi spalmato sul pane di segale ancora caldo dalla cucina. Qualcuno annuncia l’arrivo dei gnocchi ma in realtà il piatto ospite tre fette di un morbidissimo rotolo di patate ripieno di ricotta e borragine. Sarei già sazia ma non resisto al tortino di baccalà. E poi come fare a negarsi il gelato all’olio extravergine?  Sono pronta a rotolare dal crinale di Taggia ma siamo appena agli inizi e il viaggio continua.

Pigna: tra terme e gatti

I tornanti si fanno stretti e mentre il piccolo bus arranca su crinali sempre più ripidi il paesaggio muta. Abbandonata l’Aurelia, foreste in scala di verde prendono il posto dell’orizzonte blu. Fatto di sabbia e fiori e anche il cielo si fa capriccioso tra nuvole grigie. Superata Dolceacqua, la strada, seppur asfaltata si stringe fino a quando, inerpicata nella roccia, come fosse una sua propaggine si affaccia Pigna. Per il suo storico passato e per la preziosità del patrimonio artistico-monumentale, si può definire il capoluogo della Val Nervia, una delle più belle vallate di tutto il Ponente ligure. Dal basso verso l’alto, il borgo antico si aggrappa al pendio come il frutto del pino, con le sue case costruite le une sul tetto delle altre come un unico e compatto fortilizio. Le strade principali si dispongono a cerchi concentrici, collegandosi fra loro attraverso budelli, viottoli e vicoli, per serrarsi intorno alla “colla”, il punto più alto del paese. Da qui, un balcone suggestivo, panoramico sulla vallata che, d’un tratto, chiude bruscamente incontrando pendii coperti di boschi di castagni e roveri nella zona d’ombra, ulivi nella zona di sole, e più in alto, pascoli e “bandite”.

A fondo valle, in località, Lago Pigo, una sorgente d’acqua solforosa, propone un programma di cure svolte all’interno della stazione termale. L’acqua sulfurea viene utilizzata per la crenoterapia con ottimi risultati sulla pelle e perfetta per le cure inalatorie e i trattamenti specifici per malattie circolatorie, dell’apparato respiratorio e dell’apparato locomotore. Ci fermiamo alle Terme per un bagno ristoratore per riprendere, riscaldati dalle acque che sanno di uovo, il cammino verso il mare.

Casinò di SanRemo: cherchez la femme!

Venne inaugurato nel 1905 con il nome di Kursaal.  Per i primi due anni fu un teatro dove si organizzavano feste, ricevimenti, spettacoli e concerti. All’interno di esso era praticato il gioco d’azzardo, come d’altronde accadeva nella maggior parte delle città turistiche, ma senza alcuna autorizzazione ufficiale, ma solo con il placet delle amministrazioni locali. Per alcuni anni fu sede dell’omonimo festival della canzone italiana mentre da un trentennio rappresenta uno dei poli per chi gli amanti del gioco. Raggiungiamo il ristorante dove uno chansonnier in là con gli anni, ci persuade a seguirlo nel coro del suo repertorio melodico. Una base di Mina accompagna un piatto di gamberoni, grandi, grandi, grandi. Mentre sul dolce arriva Elvis con la sua love me tender.

Avremmo un paio fiches a disposizione, offerte dal direttore del casinò, ma la stanchezza della giornata ha la meglio sulla nostra voglia di sfidare la fortuna. E ci ritroviamo a dormire sonni profondi nei letti delle confortevoli case mobili del Villaggio dei Fiori.

 

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