On the road: alla scoperta del west

Di Giuliana Bezzi

Tutti abbiamo un viaggio dei sogni, un posto che desideriamo vedere almeno una volta nella vita. Il mio sogno è sempre stato quello di visitare il West degli Stati Uniti, l’Arizona, il deserto, le lunghe highway, i tramonti infuocati dei film western e, soprattutto, il Grand Canyon e Monument Valley. E in maggio, finalmente, sono riuscita a realizzare il mio sogno, partendo con mio marito per l’Arizona alla scoperta del West!
Atterriamo a Phoenix alle 9 di mattina e abbiamo tutto il giorno a disposizione. Dopo aver noleggiato un comodo SUV, prendiamo l’highway 17 in direzione nord: la prima tappa del nostro viaggio è Sedona, famosa per le sue rocce rosse, a circa 200 km di distanza. La cosa che mi colpisce subito dell’Arizona è la sua luce e i suoi colori caldi: il rosso della terra e il giallo del sole splendente contrastano con l’azzurro del cielo limpidissimo. Maggio è uno dei mesi migliori per visitare questo stato, le temperature non sono torride come in estate e non si corre rischio di trovare temporali o tempeste di sabbia. Un’altra sorpresa sono le sagome di cactus altissimi che sorgono numerosi sulle pendici delle colline che costeggiano l’autostrada. Non ho mai visto una vegetazione simile e ne rimango affascinata. Siamo proprio nel West!
Dopo circa due ore, imbocchiamo la 89A, una delle strade panoramiche più pittoresche d’America. Sotto un cielo limpidissimo, con il sole a picco, le rocce rosse di Sedona appaiono gradualmente davanti ai nostri occhi offrendoci panorami indimenticabili. Ovunque guardi, sei circondato da queste formazioni rocciose di arenaria rossa, visibili da tutti i punti: la prima ad accoglierci è “Bell Rock”, un imponente monolite a forma di campana, nel villaggio di Oak Creek. Procediamo lentamente per la strada panoramica e il paesaggio si fa sempre più incantevole; avevo sentito molto parlare delle rocce di Sedona, ma vederle dal vivo è uno spettacolo magico e unico nel suo genere. Ci fermiamo nelle varie piazzole panoramiche e scattiamo foto da cartolina.
Sedona è una cittadina molto pittoresca, in perfetta armonia con l’ambiente circostante. Meta preferita di artisti e capitale della cultura New Age, si dice che in alcuni punti di questo bellissimo territorio, la terra sprigioni potenti “vortici” di energia che portano al miglioramento interiore.
Alloggiamo all’hotel Arabella, in posizione centrale, vicino a ristoranti, gallerie d’arte e negozi. L’hotel è molto accogliente e ha persino l’accesso a un punto di osservazione panoramico dal quale ammirare il tramonto, attrezzato con poltrone e persino un braciere per falò. Alla reception gli ospiti hanno sempre a disposizione un buffet di bevande fresche, tè alla frutta, caffè, e ciotole di biscotti per gli amici a quattro zampe. In Arizona fa molto caldo ed è importante idratarsi!
I parchi di Sedona offrono non solo panorami mozzafiato sulle formazioni rocciose, ma anche possibilità di svolgere molte attività all’aria aperta, soprattutto escursioni, trekking e mountain bike.
Poiché abbiamo tutto il pomeriggio a disposizione, il primo luogo che visitiamo è la Chapel of the Holy Cross, una cappella costruita a cavallo tra le rocce, famosa per la sua struttura modernissima e, soprattutto, per la vista a 360° sullo splendido paesaggio roccioso.
Decidiamo quindi di visitare Slide Rock park, un in canyon cui trovano piscine e giochi d’acqua naturali formati dall’acqua cristallina del fiume: un ottimo refrigerio per un caldo pomeriggio di maggio. In alcuni punti le rocce, lisciate dall’acqua, creano un vero e proprio scivolo naturale, da cui il nome del parco. Per chiudere in bellezza la giornata, raggiungiamo il punto di osservazione del nostro hotel per ammirare il tramonto. L’esplosione di colori sulle rocce al calar del sole è di una bellezza indescrivibile. E lo spettacolo non finisce qui! Il giorno lascia il posto a un cielo stellato stupendo. Sedona è un gioiello, un vero capolavoro della natura.
Il mattino seguente, ci svegliamo all’alba e le rocce ci danno il buongiorno tinte di rosa. Dopo un’ottima e abbondante colazione a buffet con uova, pancetta e pancake, si parte per Monument Valley, situata al confine tra Arizona e Utah, nella terra dei Navajo.
Imbocchiamo di nuovo la panoramica highway 89A verso Flagstaff attraverso l’Oak Creek canyon: la strada serpeggia tra kilometri di gole rocciose ed è incorniciata da un paesaggio selvaggio mozzafiato, grazie al contrasto tra il rosso delle rocce e il verde della vegetazione circostante caratterizzata da boschi di pini altissimi tra cui scorrono ruscelli. Man mano che procediamo, la strada si restringe e diviene una tipica strada di montagna, siamo quasi a 2000 metri e incontriamo alcuni tornanti che ricordano quelli delle Dolomiti. Passata Flagstaff, ci lasciamo le montagne alle spalle e ci dirigiamo a nord est sull’highway 161. I paesaggi dell’Arizona non finiscono mai di sorprendere: dal paesaggio alpino, passiamo a un’atmosfera da film western. Questa è l’America dei grandi spazi, delle highway infinite, delle praterie solitarie, dove i cavalli corrono liberi, dei paesaggi desertici in cui lo sguardo si perde. L’America che ho visto e rivisto tante volte nei film che, da piccola, guardavo con mio papà e che ora ho davanti a me in tutta la sua bellezza.
Nel tragitto ci attende un’altra sorpresa, o meglio, un’altra meraviglia: il Deserto dipinto. Sulle pendici di questo vasto altopiano, si sono depositati, nei millenni, strati di minerali che assumono sfumature che vanno dal rosso, al giallo, al bianco, addirittura al viola, secondo la luce. Un paesaggio che sembra dipinto dalle mani di un pittore esperto, un vero capolavoro della natura.
Gli spazi sono infiniti e la strada sembra non finire mai, ma la bellezza del paesaggio rende il viaggio piacevolissimo. Dopo kilometri di deserto, arriviamo nella cittadina di Kayenta, dove imbocchiamo l’highway 163 che ci porta a Monuyment Valley. Dopo aver visto e rivisto questi luoghi nelle foto, nei documentari, nei film western, mi sembra un sogno essere arrivata fin qui. Il panorama è mozzafiato, siamo in un posto quasi surreale, sembra di essere su un altro pianeta. Il rosso della terra contrasta con l’azzurro del cielo e la maestosa vallata, cosparsa da queste guglie dalle forme più impensabili, offre scenari incredibili. Quando vedo i tre monoliti più famosi, che ci accolgono all’entrata del parco, rimango senza parole.
È possibile visitare il parco con i vari tour organizzati dalle guide Navajo, che portano anche nelle piste meno battute, o con i mezzi propri, percorrendo il sentiero sterrato che attraversa la vallata; sperando che gli ammortizzatori reggano…partiamo alla scoperta di Monument Valley! ll percorso è lungo circa 17 miglia ed è percorribile in due ore, ma occorre fare molta attenzione perché è dissestato e polveroso. Ci avventuriamo, adagio e con cautela, fermandoci nei vari punti di osservazione per fare le foto e ammirare queste sorprendenti formazioni geologiche, risultato di millenni di erosione per opera del vento e dell’acqua. Le rocce, conosciute come “butte”, dalle forme alte e slanciate e “mesa” dalle forme più piatte ed estese, prendono il nome dalle forme che le contraddistinguono: le famose Muffole con il pollice sollevato, la roccia dell’elefante, la roccia del cammello, le tre sorelle, il totem, per citarne alcune. Riconosciamo i luoghi resi famosi dai tanti film western e quando arriviamo al John Ford’s Point, dedicato al noto regista, sembra veramente di essere sul set di Ombre rosse. Per 100$ è anche possibile farsi fotografare a cavallo, con tanto di cappello da cow boy e sentirsi tutti un po’ John Wayne.
Il sole scotta e nella valle, ovviamente, non c’è un filo d’ombra. Al John Ford Point c’è un punto di ristoro, gestito da una simpaticissima ragazza Navajo, dove facciamo uno spuntino a base di “fried bread”, una grande frittella simile al gnocco fritto. Buona! Compriamo anche un souvenir in una delle bancarelle che vendono gioielli e artefatti della cultura indiana.
Alla fine del nostro “rally”, facciamo una sosta al Centro visitatori e visitiamo il piccolo museo sulla storia e la cultura dei Navajo, dopo di che ci sediamo sulla terrazza panoramica per immortalare nella memoria questo panoramica unico e maestoso, che ha tutto il fascino dei grandi spazi.

Continua…

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