Impepata di nozze a stelle e strisce

Di: Anna Pisoni

Quale miglior modo di cominciare se non la Grande Mela? New York è descrivibile con un aggettivo unico: esagerata. Tutto è mastodontico, dai palazzi alle strade a Central Park. non c’è niente di piccolo o di

modesto in quella città, ovunque sei sovrastato, la verticale lascia spazio per pochi frammenti di cielo tra vetri e ferro. E’ il fascino di Manhattan, assieme alle frotte di gente che cammina imperterrita ed al movimento perenne, instancabile. Abbiamo fatto diverse gite,accompagnati da guide che parlavano italiano, arrivando anche ad Harlem ed assistendo ad una messa gospel: qualcosa di bellissimo, che ti fa provare un po’ di tristezza all’idea delle nostre funzioni solenni. Musica e balli, gente che canta dalle panche e dal pulpito, cuore vibrante di fede.

Abbiamo lasciato la Grande Mela cinque giorni dopo, con ancora tantissime cose da vedere e rivedere, per raggiungere la Florida ed Orlando. Siamo bambini, speriamo di rimanerlo ancora a lungo: potevamo non andare a Disneyworld?

E’ una fiaba che diventa realtà. Entrare in quel mondo, anche solo in tre dei suoi otto parchi, ti libera la mente dai pensieri, dalle brutture della vita stressante che hai lasciato alle spalle, ti fa tornare piccolo e guardare quegli enormi pupazzoni dimenticandoti che hai più di 30 anni. Hai solo voglia di metterti in fila con i bambini

veri per fare foto con loro, per dire “io ci sono stato!”.

Tre giorni, tre parchi: Fantasy Kingdom, Disney Studios, Epcot Center. Emozioni diverse, luoghi fantastici, curati, puliti. E pace, di mente e cuore. Non vorresti andare più via.

Il viaggio di nozze ci aveva già regalato moltissime soddisfazioni, ma dopo New York e Disneyworld eravamo infine pronti per l’ultima, avventurosa parte del viaggio: 12 giorni in pullman sulle strade dell’Ovest. Viaggio splendidamente organizzato, in Gratiana ed R.C. abbiamo trovato rispettivamente guida ed autista estremamente capaci e divertenti.Il viaggio è iniziato a Los Angeles,prima tappa Phoenix/Scottsdale e la prima bistecca americana. Il 2. giorno abbiamo raggiunto Sedona (set di moltissimi film western) ed il maestoso Grand Canyon. Partiti il 3. giorno lungo il South Rim,abbiamo raggiunto il Painted Desert e l’incredibile terra degli indiani Navajo,la Monument Valley;dopo la visita in jeep abbiamo proseguito verso Page ed il Lake Powell fino a Kanab,conosciuta come la “piccola Hollywood” dello Utah. Il 4. giorno ci ha riservato da subito una delle più belle sorprese di tutto il tour:il Bryce Canyon, sinfonia di colori e forme da togliere il fiato. Successivamente siamo transitati nel Parco Nazionale di Zion, fino a raggiungere la sempre unica Las Vegas, dove ci siamo

trattenuti anche l’intero 5 giorno dedicandolo alla piscina, alla visita degli incredibili Casinò, ad una cena al Bellagio e ad una passeggiata notturna lungo tutta la Strip. Il 6. giorno è stato di transito,lungo il deserto dei Mojave che lascia spazio ai campi coltivati della Valle di San Joaquin, fino ad arrivare alle porte

dello Yosemite Park. A questa incredibile forma della natura, alle sue sequoie secolari capaci di farti sentire minuscolo, alla Valle dalle maestose forme granitiche come El Capitan abbiamo dedicato tutto il 7. giorno. Il silenzio ed la forza del pianeta che si percepisce in quel luogo fa sì che ci si sia sentiti di parlare

perfino a voce bassa. Nell’8.giorno abbiamo raggiunto la città che aspettavo di più: San Francisco.Mi ha sempre incuriosito moltissimo e poterla finalmente vedere dal vivo è stata un’emozione incredibile. Non assomiglia a niente che ci si possa aspettare da una città negli USA, con le sue casette piccole, il suo verde, le tantissime caratteristiche che coesistono al suo interno in forma di costruzioni, oggetti e persone,i marciapiedi invasi di clochard, la rete internet free all’aperto…un insieme di umano e tecnologico senza paragoni, inserito in una cornice di rara bellezza e condita (non guasta mai) da una tradizione culinaria decisamente ok (guai a non provare il crab chowder al Pier 39!). Dopo aver trascorso tutto il 9. giorno in libertà a San Francisco (ed aver fatto l’irrinunciabile giro sul cable car), il 10. giorno siamo ripartiti verso la prima capitale della California, Monterey, piccola e graziosa cittadina di mare. Subito dopo ci siamo immersi nella 17-Mile Drive: il tempo non ci ha favorito,l’atmosfera cupa ha reso un po’ deprimente questo tratto di

visita, ma il Lone Cypress simbolo del parco merita senza dubbio attenzione. Successivamente, breve visita alla cittadina di Carmel, nella quale Clint Eastwood è stato sindaco per ben cinque anni (vive

ancora da qualche parte nella Carmel Valley e se si aguzzano gli occhi forse si può anche vedere in giro!).

Sosta notturna e mangiata di carne alla brace in quel di Santa Maria. Infine arriva l’11. giorno, quello della fine del tour. Da Santa Maria si scende nuovamente verso Los Angeles, passando per Santa Barbara che

– onestamente – a dispetto del suo nome di “perla della Riviera Americana” ho trovato un po’ deludente. Vero anche che la visita è stata piuttosto breve e la maggior parte del tempo è stata dedicata al pranzo. Nel pomeriggio abbiamo infine raggiunto Los Angeles e salutato

i compagni di viaggio, diventati per 12 giorni compagni di tutto. Con alcuni di essi ci vediamo regolarmente tuttora, ed ogni volta ci piace ricordare il buongiorno che ci si dava in tour, quando alle 6 del mattino, gonfi di

sonno ma curiosi come pochi, montavamo in pullman verso la nuova destinazione, mentre R.C. faceva partire la musica e Gratiana guidava il coro tutti insieme, a squarciagola: “On the road again, just can’t

wait to get on the road again!”

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