Di Isabella Pesarini
Tramonto sotto le belle arti di Firenze, periodo primaverile. Ritagliarsi qualche giorno di vacanza per appagare occhi, sensi e anima dovrebbe diventare buona abitudine almeno con cadenza mensile, per ricordarsi quanto è bella la vita. La Toscana è una culla in questo senso, quando poi la direzione diventa il suo cuore, l’immortale, la divina, l’ineguagliabile Firenze, l’attitudine diventa stile di vita.
Appena dopo cena un’amica fiorentina, che gentilmente si è offerta di farmi da guida in un fine settimana di vacanza, propone di trascorrere la serata appena fuori città, in un borgo medievale in mezzo alle pinete: si va a Fiesole.
Imboccata la statale SS 67, dopo una ventina di minuti di tragitto, la strada diventa un susseguirsi di curve. Per fortuna non risento del mal d’auto!
Parcheggiata l’auto con facilità, scendiamo e capisco il tono quasi d’abitudine con cui la mia amica ha proposto una serata fuori porta. Uscire la sera a Fiesole è per i fiorentini sì un’abitudine!
Entriamo in una birreria, che fa anche da mangiare, gran comodità per chi vuole allungare la serata a partire dall’ora di cena. Le birre sono numerose, alcune d’abbazia, altre particolari: il mio palato sopraffino per tutto ciò che richiama malto e luppolo si sente già soddisfatto.
Chiaro di luna tra le pinete di Fiesole, brezza notturna. In cima al borgo godiamo della vista completa su Firenze illuminata per la notte, uno spettacolo di luci e atmosfere dove la suggestione è la vera protagonista della scena. Ci si affianca una classe di alunni delle scuole medie; nemmeno gli schiamazzi più concitati riescono a turbare la quiete che qui, ora, sotto la luce di una Luna rischiarante, regna sovrana.
Saliamo le scale per giungere alla Chiesa e convento di San Francesco, una costruzione in pietra risalente almeno al periodo etrusco-romano, rimaneggiata più volte nel Medioevo fino al quindicesimo secolo. Ritrovarsi catapultati indietro nel tempo è un battito di ciglia! Ecco i cavalieri che scendono in sella ai loro destrieri per andare in guerra, salutati dalle loro dame e dai monaci, i quali si prenderanno cura del borgo per preservarlo e anche ingrandirlo in vista del loro ritorno. Riapro gli occhi, la Luna illumina il cielo più nero della notte. La Luna, lei testimone perenne dello scorrere della storia, lei sì che avrà visto quei cavalieri, quelle dame, quei monaci qui, quando il borgo fioriva nella pienezza del suo splendore!
La mia amica mi indica una targa, a sinistra della scalinata. Giovanni Paolo II fece visita al convento nel 1986. La valenza spirituale di questo luogo deve essere considerevole per aver richiamato la massima autorità del Vaticano di quegli anni!
Natura e luogo di raccoglimento spirituale: questo è Fiesole. Dopo l’abbondanza di beltà artistiche, di eccedenze gastronomiche, di stravaganze modaiole della dabbasso Firenze, l’abitudine di trovare un momento di tranquillità, per nutrire la propria interiorità, la offre un borgo a pochi chilometri di distanza salendo ai colli: il borgo di Fiesole.